Incastonata tra alcuni dei gruppi dolomitici più iconici, la Val di Zoldo è un anfiteatro naturale che seduce da decenni escursionisti, alpinisti e fotografi. Da un lato svetta il massiccio del Pelmo (3 168 m) con la sua caratteristica forma a “trono di Dio”; dall’altro domina l’imponente bastionata del Civetta (3 220 m), celebre per la “parete delle pareti”, una muraglia verticale che ha fatto la storia dell’alpinismo. A completare il panorama ci sono la Moiazza, le catene del Tamer–S. Sebastiano, gli Spiz di Mezzodì e una costellazione di cime minori, tutte racchiuse in una valle che resta sorprendentemente autentica e poco affollata rispetto ad altre località dolomitiche più note.
Un territorio modellato per l’escursionismo
La Val di Zoldo si sviluppa lungo l’asse nord-sud del torrente Maè, con piccoli borghi in legno e pietra come Forno di Zoldo, Dont e Zoppè che fungono da base perfetta per ogni tipo di escursione. La ricchezza di sentieri, vie ferrate e mulattiere storiche permette di programmare itinerari adatti a tutti: dalle passeggiate in fondovalle punteggiate di malghe ai trekking di più giorni in quota, fino alle vie ferrate tecniche riservate a escursionisti esperti.
Itinerari iconici
Itinerario | Difficoltà | Dislivello | Durata media | Highlights |
Anello Zoldano | E (Esc.) | 4 600 m complessivi | 6-8 gg | Giro circolare di 90 km attorno alle principali cime della valle. |
Ferrata degli Alleghesi (Civetta) | EE/F | 1 350 m | 7-8 h | Salita storica alla vetta del Civetta, panorama a 360°. |
Giro del Pelmo (Trono di Dio) | E | 800 m | 5-6 h | Passo del Duran, museo geologico naturale delle orme dei dinosauri. |
Col de la Grava – Sentiero 472 | T/E | 400 m | 2 h | Prati fioriti, vista sul gruppo Tamer-San Sebastiano. |
Via Ferrata Costantini (Moiazza) | EEA | 1 200 m | 6-7 h | Cresta affilata, ambienti selvaggi, rifugio Carestiato. |
Consiglio: per l’anello integrale del Pelmo o la traversata Civetta–Moiazza è consigliato pernottare nei rifugi Venezia, Tissi o Carestiato: l’alba sulle vette dolomitiche, con il rosa dell’enrosadira, ripaga ampiamente la sveglia all’aurora.
Quando andare
Primavera (fine maggio-giugno): i prati si riempiono di rododendri e genziane, i torrenti sono gonfi d’acqua e i rifugi iniziano ad aprire. È il momento ideale per itinerari di mezza quota, ma sopra i 2 400 m si può ancora trovare neve residua.
Estate (luglio-metà settembre): stagione clou per le alte vie e ferrate. Le temperature restano fresche di notte e gradevoli di giorno grazie alla costante brezza dolomitica, ma è bene partire presto per evitare i temporali pomeridiani.
Autunno (metà settembre-ottobre): larici dorati, cieli limpidi, pochissimi escursionisti. Periodo perfetto per chi cerca silenzio e colori mozzafiato; attenzione però alla rapida riduzione delle ore di luce.
Inverno: la valle si trasforma in regno dello sci alpinismo e delle ciaspolate. I percorsi segnalati “Ciaspolando Zoldo” permettono di raggiungere balconi panoramici sicuri senza dover affrontare elevate pendenze.
Fauna, flora e geologia
Camminare in Val di Zoldo significa immergersi in un mosaico ecologico: boschi di abete rosso e mugo lasciano spazio a praterie d’alta quota dove prosperano stelle alpine, soldanelle e piante endemiche come la Primula tyrolensis. Con un po’ di fortuna si possono osservare stambecchi sulle cenge del Civetta, camosci al crepuscolo sui ghiaioni del Pelmo e l’aquila reale che volteggia in cerca di termiche sopra i Tamer.
Dal punto di vista geologico, il vallone di Val Inferna racconta 250 milioni di anni di storia della Terra, testimoniati da strati di dolomia, calcari e le celebri orme di dinosauro (datate 220 Ma) sul Versante Nord del Pelmetto. Un’escursione guidata con un accompagnatore di media montagna consente di apprezzare questi “fossili di paleo-spiaggia” senza danneggiarli.
Logistica, rifugi e servizi
La Statale 251 collega la valle con Longarone a sud e con il Passo Staulanza a nord, offrendo accesso rapido da Venezia (2 h) o Belluno (40 min). I principali parcheggi per escursioni di giornata si trovano a Palafavera (base del sentiero 472 e dell’anello del Pelmo) e a Listolade per il versante civettiano.
I rifugi fanno parte integrante dell’esperienza:
Rifugio Coldai (2 132 m): punto d’appoggio per la ferrata Alleghesi, lago alpino da cartolina a pochi minuti.
Rifugio Tissi (2 250 m): balcone unico sulla parete nord-ovest del Civetta; tramonti indimenticabili.
Rifugio Venezia (1 947 m): custodisce la silhouette perfetta del Pelmo, tappa chiave dell’Alta Via 1.
Rifugio Remauro (Passo Duran): crocevia tra Moiazza e Tamer, perfetto per soste di gusto grazie ai piatti tipici zoldani come i “careghet” e la polenta con formaggio schiz.
Molte strutture propongono menu a km 0: provate il gelato artigianale allo zabaione zoldano o la birra al cirmolo prodotta localmente.
Consigli per una montagna responsabile
Pianifica: verifica sempre i bollettini meteo (ARPA Veneto) e le condizioni dei sentieri sul sito del CAI locale.
Riduci l’impatto: segui i sentieri ufficiali, non raccogliere fiori protetti e riporta a valle ogni rifiuto.
Attrezzatura adeguata: anche le escursioni “facili” possono presentare tratti esposti o nevai tardivi; casco e imbrago sono obbligatori sulle ferrate.
Prenota in anticipo: i rifugi hanno posti limitati; una chiamata o email qualche giorno prima evita sorprese.
Sostieni l’economia locale: scegli prodotti tipici, partecipa a visite guidate nei piccoli musei (come il Museo del Ferro e del Chiodo di Forno) per aiutare a mantenere viva la cultura della valle.
Perché scegliere la Val di Zoldo
Se cercate la magia delle Dolomiti senza la folla di Cortina o delle Tre Cime, la Val di Zoldo offre autenticità, varietà di percorsi e paesaggi che rimangono impressi a lungo. Che si tratti di un trekking di più giorni sulle alte vie, di una giornata in famiglia ai piedi del lago Coldai o di una sfida verticale sulle ferrate del Civetta, qui troverete un equilibrio perfetto fra avventura e tranquillità.Con infrastrutture curate ma non invasive e un ricco calendario di eventi (dalle rassegne di film di montagna alle feste dei tabiai, gli antichi fienili), la valle è pronta ad accogliervi in ogni stagione. E quando, al termine di una lunga giornata sui sentieri, degusterete una fetta di “fartaies” al rifugio illuminato dal tramonto, capirete perché la Val di Zoldo sia davvero un paradiso per escursionisti.