I casunziei rappresentano uno dei piatti più iconici della tradizione culinaria dolomitica. Questi deliziosi ravioli a forma di mezzaluna, tipici della zona di Cortina d’Ampezzo e delle valli ladine, racchiudono in ogni boccone secoli di storia gastronomica montana. Il ripieno varia secondo la stagione: rosso con barbabietole e patate in inverno, verde con spinaci ed erbe selvatiche in estate, sempre arricchito da ricotta fresca e condito con burro fuso e semi di papavero.
Gustare i casunziei in quota, dopo una passeggiata tra le vette dolomitiche, trasforma un semplice pranzo in un’esperienza indimenticabile. Abbiamo selezionato per voi cinque rifugi dove questa specialità raggiunge livelli di eccellenza assoluta.
Rifugio Averau – L’eccellenza riconosciuta
A 2.413 metri di altitudine, nell’incantevole scenario delle Cinque Torri, il Rifugio Averau è stato inserito dal Sunday Times tra i dieci migliori ristoranti di montagna delle Alpi. Non è un caso: qui la famiglia Siorpaes porta avanti una tradizione culinaria che unisce autenticità e raffinatezza.
I casunziei del Rifugio Averau si distinguono per un ripieno davvero speciale: gli šciopetìs, un’erba selvatica dal gusto inconfondibile che gli stessi cuochi raccolgono personalmente sui prati circostanti durante il mese di maggio. Questa dedizione alla ricerca degli ingredienti più autentici fa la differenza nel piatto finale.
Il rifugio propone una cucina dove la tradizione ampezzana incontra quella friulana, creando un connubio perfetto. Oltre ai casunziei, meritano attenzione le pappardelle Averau e i piatti di selvaggina. L’atmosfera calda e accogliente, unita alla vista mozzafiato, rende ogni pasto un momento speciale.
Come arrivare: Seggiovia delle Cinque Torri da Passo Falzarego, oppure a piedi seguendo i sentieri 439 e 452.
Rifugio Cinque Torri – La cucina di una volta
Gestito dallo chef Massimo “Lelo”, il Rifugio Cinque Torri è un omaggio alla cucina tradizionale rivisitata con creatività. Questo rifugio, situato a 2.137 metri nella località delle Cinque Torri, permette di immergersi nell’atmosfera romantica dei primi alpinisti che esploravano le Dolomiti.
I casunziei qui proposti cambiano ripieno secondo la stagionalità: barbabietole rosse, peperoni, patate, zucca e molto altro. Questa varietà permette di assaporare sapori sempre diversi a seconda del periodo dell’anno. La pasta è rigorosamente fatta in casa, così come il pane e lo strudel di ricotta, altre specialità imperdibili della casa.
La posizione centrale del rifugio lo rende un punto di partenza ideale per escursioni verso il Monte Nuvolau, il Rifugio Scoiattoli e le innumerevoli vie di arrampicata sulle pareti delle Cinque Torri. Il museo all’aperto della Grande Guerra nelle vicinanze aggiunge un tocco di storia all’esperienza.
Nota importante: Il rifugio apre solo in estate, da metà giugno a fine settembre. La strada di accesso viene chiusa dal 16 giugno al 21 settembre, quando è attivo un servizio navetta a pagamento da Cianzopè.
Rifugio Lagazuoi – Panorami d’eccezione
Con i suoi 2.752 metri di altitudine, il Rifugio Lagazuoi è il più alto e il più grande rifugio di Cortina d’Ampezzo. La sua terrazza panoramica offre una vista a 360 gradi sulle Dolomiti che da sola vale il viaggio. Ma è la cucina a completare l’esperienza in modo magistrale.
I casunziei del Lagazuoi seguono la ricetta tradizionale ampezzana: ripieno di barbabietola rossa, condimento a base di burro fuso e semi di papavero. La preparazione rispetta i canoni classici, permettendo di gustare questo piatto nella sua forma più autentica. Nelle salette dagli arredi rustici o ai tavoli della grande terrazza, ogni boccone diventa un viaggio nella tradizione.
Il rifugio offre anche il servizio di pernottamento con camere moderne e confortevoli, oltre a una sauna finlandese esterna in legno di larice: la più alta delle Dolomiti. La posizione lo rende perfetto come base per esplorare le gallerie e le trincee del museo all’aperto della Grande Guerra.
Come arrivare: Funivia del Lagazuoi da Passo Falzarego (3 minuti di salita) oppure a piedi attraverso i sentieri che collegano le Alte Vie 1 e 9.
Rifugio Scoiattoli – Tradizione sulle piste
Costruito nel 1969 dalla famiglia Lorenzi, il Rifugio Scoiattoli sorge a 2.230 metri nel punto più alto delle piste da sci di Cortina, nell’area delle Cinque Torri. Il nome deriva dal gruppo Scoiattoli che iniziò l’attività di arrampicata in questa zona nel 1939.
I casunziei all’ampezzana qui serviti sono un must per chi visita il rifugio. La ricetta tradizionale viene rispettata con cura, utilizzando pasta fatta in casa ripiena di ricotta e condita con burro fuso e semi di papavero. Il menu offre anche altre prelibatezze come le tagliatelle con ragù di cervo, il goulash di manzo con polenta e le immancabili patate all’ampezzana.
La terrazza panoramica permette di ammirare le maestose pareti delle Cinque Torri durante il pasto, mentre d’inverno il rifugio diventa un punto di ristoro perfetto per gli sciatori. La vicinanza al museo all’aperto della Grande Guerra lo rende una tappa culturale oltre che gastronomica.
Come arrivare: Seggiovia Cinque Torri oppure a piedi seguendo i sentieri dall’area di Passo Falzarego.
Rifugio Nuvolau – Storia e panorami
Inaugurato l’11 agosto 1883, il Rifugio Nuvolau è il più antico rifugio ancora in attività delle Dolomiti. Situato a 2.575 metri sulla vetta rocciosa del Monte Nuvolau, questo autentico “nido d’aquila” è rinomato fin dagli albori dell’alpinismo dolomitico per il suo panorama mozzafiato a 360 gradi.
Gestito dalla famiglia Menardi, il rifugio mantiene un’organizzazione in stile antico che richiede un po’ dello spirito di adattamento dei pionieri del XIX secolo. Questa autenticità è parte del fascino: lontano dagli impianti di risalita e dal caos, qui si respira l’atmosfera delle origini dell’alpinismo.
I casunziei serviti al Nuvolau seguono la tradizione ampezzana e vengono accompagnati da altri piatti tipici come i canederli. La posizione privilegiata permette di ammirare i colori dell’enrosadira al tramonto e all’alba, fenomeno che tinge le Dolomiti di sfumature rosa e rosse. Per chi desidera vivere questa esperienza, il rifugio offre posti letto in camere condivise.
Come arrivare: Da Rifugio Cinque Torri seguendo il sentiero 443 e poi il 438 per la via ferrata Ra Gusela, oppure dal Passo Giau in circa due ore di cammino.
Quando visitare questi rifugi
La maggior parte dei rifugi nelle Dolomiti apre stagionalmente. Il periodo migliore per gustare i casunziei in quota va da metà giugno a fine settembre, quando tutti i rifugi sono operativi. Durante questi mesi, gli ingredienti freschi di stagione permettono di assaporare le diverse varianti di ripieno.
L’estate offre temperature gradevoli per le escursioni, con giornate lunghe che permettono di godersi i panorami fino al tramonto. Tuttavia, alcuni rifugi come il Lagazuoi e lo Scoiattoli sono raggiungibili anche d’inverno, offrendo un’esperienza completamente diversa immersi nella neve.
Consigli pratici
Prenotazione: Per i rifugi più rinomati come l’Averau e il Lagazuoi, è consigliabile prenotare con anticipo, specialmente nei weekend estivi e durante l’alta stagione.
Abbigliamento: Anche in estate, portate sempre un capo caldo e una giacca antivento. Il tempo in montagna può cambiare rapidamente.
Pagamenti: Molti rifugi accettano carte di credito, ma è sempre prudente avere del contante con sé, specialmente per i rifugi più isolati.
Orari: I rifugi servono pranzo generalmente dalle 12:00 alle 14:30. Per la cena, se intendete pernottare, è necessaria la prenotazione anticipata.
La storia dei casunziei
I casunziei affondano le radici nella cucina povera della montagna, quando gli ingredienti disponibili erano limitati ma la creatività abbondava. Il nome deriva dal termine dialettale ampezzano “casunziei” che indica proprio questi ravioli ripieni.
La barbabietola rossa, ingrediente principale del ripieno invernale, era facilmente conservabile e forniva il necessario apporto energetico ai montanari durante i mesi freddi. I semi di papavero, oltre ad aggiungere sapore, rappresentavano una preziosa fonte di grassi e proteine. La ricotta fresca, prodotta dalle malghe d’alpeggio, completava il ripieno con la sua cremosità.
Oggi i casunziei sono diventati un simbolo della cucina dolomitica, serviti nei migliori ristoranti della zona ma mantenendo sempre quel legame profondo con la tradizione. Gustarli in un rifugio, dopo aver camminato tra le montagne che hanno visto nascere questa ricetta, è un modo per connettersi con la storia e la cultura di questi luoghi.
Conclusione
I cinque rifugi che abbiamo presentato rappresentano l’eccellenza nella preparazione dei casunziei, ognuno con le proprie caratteristiche distintive. Dal Rifugio Averau con i suoi šciopetìs selvatici, al Cinque Torri con le sue varianti stagionali, dal Lagazuoi con i suoi panorami straordinari, allo Scoiattoli perfetto per una pausa sulle piste, fino allo storico Nuvolau che porta con sé oltre 140 anni di storia alpinistica.
Visitare questi rifugi significa intraprendere un viaggio gastronomico tra le vette più belle d’Italia, dove ogni casunziei racconta una storia di tradizione, passione e amore per la montagna. Che siate escursionisti esperti o semplici amanti della buona tavola, questi luoghi sapranno regalarvi emozioni indimenticabili, unendo la bellezza dei paesaggi dolomitici all’autenticità dei sapori di una volta.
La prossima volta che pianificherete una visita alle Dolomiti, assicuratevi di includere almeno uno di questi rifugi nel vostro itinerario. I casunziei vi aspettano, fumanti e profumati, pronti a raccontarvi la loro storia millenaria attraverso ogni boccone.